mercoledì 27 settembre 2023
non vedo, non sento e non parlo
lunedì 25 settembre 2023
una mattina siamo andati a kamakura
tokyo è grandissima
lunedì 18 settembre 2023
mi chiedevo se andare a correre
giovedì 14 settembre 2023
ho desiderato moltissimo andare sul monte koya,
mercoledì 13 settembre 2023
osaka è la napoli del giappone
martedì 12 settembre 2023
incominciamo a risalire questo pesciolone che è il giappone, prima di tutto naoshima
lunedì 11 settembre 2023
Hiroshima è una città piccola
Però, lo dico subito, sapendo che non servirà, non andare a vedere il museo, lo scheletro del palazzo del commercio è l'immagine che ti basta per avere presente cosa è successo in quel luogo, sai già tutto. del resto non c'è nessuno che non sappia già quel che si deve sapere, e non penso proprio che nessuno abbia bisogno dei dettagli. forse qualche negazionista - ma ce ne saranno ancora? - ecco al negazionista si può infliggere la pena dei dettagli, sapendo che a poco serve. forse solo ad alimentare un'immaginazione già truce. per gli altri, tenersi alla larga. i nostri occhi e le nostre anime non hanno bisogno di quel peso malevolo, appiccicoso.
Insomma hiroshima è brutta. le strade del centro, che forse è il centro sbagliato, che forse è il centro degradato e povero, non so, ma sembra essere centro, le strade del centro, dico, quelle dietro al posto curato con i negozi green e le gioiellerie, hanno quella cosa che trovo nelle città che devono funzionare, e non importa che siano gradevoli, e mi lascia sempre il languore del desiderio per tutta quella vita che vedo scorrere lì dentro, dentro a quei mille cavi della luce lasciati penzolare tra un palo e l'altro, aggrovigliati senza una regola, ci vedo una necessità di futuro che non conosco e desidero. e penso che nella vecchia e rigida europa li interriamo, li sistemiamo, li tiriamo a lucido. li trattiamo bene, noi, i cavi della luce. non devono essere pericolosi, ché la gente deve sopravvivere e qui invece sono al servizio della vita che procede, e insomma forse se qualcuno ci resta attaccato non importa granché, la gente è tanta e pazienza. eppoi penso che ho preso una cantonata senza fondamento, molto suggestiva ma è una cagata. Il giappone è il paese più vecchio del mondo, la vita avrà certamente un gran valore, e io ragiono come un automa, senza intelligenza. Con la testa piena di tutto questo faccio comunque molte foto molto brutte ai cavi della luce. Che ci dobbiamo fare?
Tornassi indietro avrei dormito a itukushima e sarei stata a hiroshima un giorno in meno. Itukushima, che è il nome dell'isola che ospita il santuario di miyajima, è un posto selvaggio e pieno di turisti insieme, e un posto che hai visto in mille foto, è il santuario con il grande tori rosso che spunta dal mare. Gli dei entrano al santuario passando dall'acqua, i turisti aspettano la bassa marea per andare alla base del tori a piedi.
Il tori, peraltro, non è rosso manco per il cazzo, è arancione, e la bassa marea non c'era. Per la bassa marea non c'è molto da fare e neanche per il colore, qualcosa che chiamerei arancione lì si fa chiamare rosso. e va bene così, è il fair play del viaggiatore, si accetta quello che si trova.
L'isola è un posto stupendo, come saranno quasi tutti i posti in cui insieme si trovano santuari shinto e templi buddhisti. Se non avessi paura di passare per la solita quarantenne in cerca della propria spiritualità direi che si sente una certa energia.
E qui infatti incomincio a vedere le prime ninfee alte della mia vita, una delle cose che preferirò del giappone. Le coltivano in vaso, e meno spesso nei laghetti, in modo disordinato, senza il rigore che caratterizza i giardini, mi incutono un certo timore e non avrei mai il coraggio di mettere le mani in quell'acqua. Mi si parano davanti su una terrazza di un tempio, le prendo come l'incarnazione del wabi sabi, almeno per come l'ho preso io, accettiamo che sia bello ciò che è, che ci dia pace com'è e di migliorarlo solo un po' alla volta. Lo accettiamo? Non lo so, forse non fino in fondo, lunga sarà la via per la saggezza. E come ti sbagli.
lunedì 30 marzo 2020
prima lezione di zumba
questa quarantena ha portato tutti noi a delle aspettative da quarantena. non zero aspettative, niente zen e tute scolorite. Buoni propositi da deludere, sensi della vita da comprendere, tentativi di cogliere l'occasione per trovare il coraggio di prendere decisioni, pugni stretti nella speranza di ricredersi, volontà di dimostrare che va bene, molto bene, anzi forse meglio. non abbiamo azzerato mica niente. siamo sempre tossici e smaniosi e bisognosi di confermare noi stessi.