giovedì 14 settembre 2023

ho desiderato moltissimo andare sul monte koya,

e ho desiderato moltissimo arrivarci la sera della festa dei morti. per la cultura giapponese, come per molte altre, quella notte i morti tornano tra i vivi, si accendono candele e fuochi per indicare la strada a chi torna e si aspettano per stare insieme. qui sul koyasan vengono accese nell'enorme e antico cimitero, - mi pare sia nove ettari, ed è lì dalla fondazione dei primi monasteri - fatto di alberi alti e tombe vecchie, le tombe vengono messe senza ordine apparente, una accanto all'altra, molte sono delle semplici colonne a sezione quadrata e quasi tutte sono di pietra scura, semplice. 
si cammina in un sentiero che va verso il centro del cimitero e i volontari danno candeline da accendere e ficcare lungo la strada, ogni tanto c'è un cartello che dice di fare attenzione a non incendiarsi i pantaloni. c'è silenzio, nonostante l'aria festosa siamo in giappone e tutto è molto composto. il magone sale subito. non so perchè ma in questa terra non sento pace, ma sempre uno strisciante senso di pericolo che mi rende leggermente inquieta e mi spinge a mostrare la stessa compostezza dei giapponesi. in fondo al sentiero c'è il tempio, e assisto alla prima cerimonia buddhista della mia vita. i monaci arrivano al tempio solo quando le persone sono già in attesa, parte della cerimonia è cantare per accoglierli e mentre si sistemano. non sono moltissimi, saranno una decina e la cerimonia consiste in un canto continuo, ripetitivo, pacato, profondo e lento (nei ritmi ossessivi la chiave dei) mentre lo shifu seduto all'altare immagino accenda incensi. un monaco si addormenta. i più giovani sembrano molto onorati. dev'essere una cerimonia molto importante, non capisco quanto sentita.
il rito prevede che i monaci escano per primi dal tempio, in fila per due, preceduti da due guardie con la spada, e nel buio del cimitero, sulla strada di pietra, nel silenzio - quasi silenzio - delle persone intorno si sentono i sandali di legno battere e le spade rigare la terra.  

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