della gente che si riempie la casa di cactus, dei programmi geniali che trovi in tv i giorni giusti, dell'arte sottile di far passar le cose, del concentrarsi su altro per non concentrarsi su questo, dei bicchieri con inciso sopra il tetris, dei messagi subliminali radiofonici, dell'incompetenza dei giovani radiofonici, della canzone capitan uncino di bennato, della calma concentrata che uno raggiunge mentre scrive, della sfreghìs in fondo alle poesie dei lirici, delle meravigliose scuse non necessarie, dell'incapacità di trasfondere calore, delle righe del maglione, degli stati del mondo sulla cartina, di quelli che pensano arrivista, della paura di esagerare, del controllo minuto per minuto che neanche coi neonati, dei neonati, del vetrocemento, delle citazioni incomprensibili ai più, della forza, della leggerezza, della pesantezza del saggio di calvino sulla leggerezza, del cointreau, di popov che scivolando sulla neve raggiungeva il fiume don, delle borse a tema, delle depressioni stagionali, dei fiori secchi, della mortadella piegata nella carta alimentare, della fretta di sapere come va a finire, della marmotta phil, dei panni ad asciugare in corridoio, delle certezze che confortano siano benedette, di zoro, degli uomini coi capelli un po' bianchi, di puskin, della difficoltà di trovare le cediglie nella tastiera, della difficoltà di trovare dio, dei bagni con le piastrelle verdi, degli equilibri precari, della gente brava a fare le imitazioni delle voci, degli abitini stretti in vita larghi al ginocchio, degli occhiali da vista cerchiati di nero, delle parrucche, dell'agente betulla, dei denti, di carver, di carver, di carver, che le cuciture in una palla da baseball sono 108, dell'eco, della faccia che fai, delle automatiche, dei f*** dei p*** dei b***, di altre cose che ho troppo pudore ancora.
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1 commento:
it's fairly simple! (in realtà è un vecchio esercizio di scrittura automatica. si bbasa su un principio simile, anyway).
hugs to you!
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