prima le seconde: simone de beauvoir mi sta sul culo. poi il primo: ho letto i due terzi della sua autobiografia fiume e maledizione, è inutile girarci intorno, scacia il punto sistematicamente. quella donna è stata: la moglie di sartre per un tempo infinito, amica di colette audry, merleau-ponty, simone weil, e perfino di queneau. ha vissuto da ragazza gli spettacolari anni venti parigini, ha girato in macchina, in bici e a piedi il grosso dell'europa, era presente quando veniva data alle stampe la nausea, lo straniero, hemingway, heidegger, ha preso svariate lauree alla sorbona, e quattro o cinque baccalaureati alla normale, e - cattiva sorte per la donna, ma manna dal cielo per la scrittrice - aveva trent'anni durante la seconda guerra mondiale. santa madonna, in un migliaio di pagine ne spreca ottocento a raccontare i suoi giretti del cazzo in cima alle insipide montagnole francesi e facendo l'elenco delle porcherie che mangiava e beveva, altre cento a cianciare dei cazzi di amici suoi cretini e assolutamente irrilevanti e quel poco che resta a accennare vagamente a quanto fosse meraviglioso mangiare con picasso. questa popò di stronza - che lucifero non le lasci suggere neanche una stilla di merlot - secondo me lo fa apposta di non parlarci dell'unica cosa che ci interessa, maledizione. sartre. sartre. sartre e sartre. sei questo, porca miseria, una femminista e la moglie di sartre. che me ne fregherà a me delle chiacchiere insulse che facevi con la moglie di queneau? voglio sapere di queneau! eccheccazzo!
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento