"hai visto la moglie di tiger woods?"
"una scema. se usava una mazza da golf gli faceva male sul serio."
lunedì 30 novembre 2009
da dove sto scrivendo
prima era un macello pubblico, e ci hanno lascaito le foto alle pareti. ora è una biblioteca pubblica coi mouse velocissimi. incredibile cosa sono stati in grado di ficcare negli ex macelli. a roma c'è un adiscoteca, e dei locali e anche un centro sociale mi pare. a roma c'era gran bisogno di bestie morte. a siena ci son dentro degli uffici, delle scuole e un parrucchiere mi pare. a montepulciano un teatro col soffitto di travi. all'arbia una macelleria.
cose che prima non potevo sapere
laddove prima è prima di lavorare in banca. chisselommaginava che le tasse le paga un mucchio di gente?
domenica 15 novembre 2009
e insomma
tutta questa pippa per dire che: oh, mi dispiace che 'sto pero sia diventato un'intimistica cameretta di adolescente demente. a leggermi mi rompo i coglioni da sola atque temo di mostrare il pus che si nasconde nelle ferite. e che ci posso fare? che? boh. quando mi viene in mente te lo scrivo, per ora ciccia.
de rerum
la natura di un blog (niente asterischi, siamo alla metascrittura evitiamo anche la crittografia) è varia, si tratta di un mero contenitore, dipende da chi lo tiene. questo è il mio. e avevo chiarito sin dall'inizio come avrei agito, cosa ti avrei scritto. ma era molto tempo fa, ed oltre ai propositi iniziali - sepolti peraltro da decinaia di post - la consuetudine crea il diritto, e poteva venir da pensare che si trattasse in buona parte di una raccolta di notizie e cose del mondo. e invece no, si tratta di un po' di roba che mi frulla in testa e che preferisco scaricare per iscritto da qualche parte piuttosto che tenerla lì a forarmi il cranio. però mi accorgo che la dimensione di autoanalisi interiore, di chiacchiera col proprio subconscio latente, diviene maggiormente esplicita quando non ho notizie con le quali coprirmi. e il risultato è che faccio un afatica immane per non sputtanarmi e invece mi sputtano lo stesso. in questo periodo non ho notizie, non ho paraventi. non mi interesso del mondo. non so cosa succeda in india, quanto sia quotato il renmimbi, quale pese del terzo mondo si stia approssimando a turbolente elezioni. so quanto costano 400 grammi di gnocchi ma non il volume d'affari dei cochaleros. e assisto al mio autoripiegamento alessandrino, a un medioevo ellenico dell'anima mia, che non porta mai, per definizione, a grossi risultati letterari. son quei periodi della storia che producono pipponi inverosimili e poesiole che nessuno ha poi voglia di decifrare. e siccome ho paura di queneau, reveler. c'est a peu pres.
solo et pensoso
i più deserti campi vo mesurando a passi tardi e lenti.
ma non si può fare, circondati da caratteri e coincidenze. la terra umida e non arena. strada, svincolo, viale. e si cercavano stradine da byron e siamo finiti come le madri. a buttar giù groppi in gola, a mangiar sensi di colpa, ad avere dannatamente ragione.
ma non si può fare, circondati da caratteri e coincidenze. la terra umida e non arena. strada, svincolo, viale. e si cercavano stradine da byron e siamo finiti come le madri. a buttar giù groppi in gola, a mangiar sensi di colpa, ad avere dannatamente ragione.
sabato 7 novembre 2009
ed è una cosa umanissima
questa qui di fare finta di niente, che mezza si può scambiare per noncuranza e mezza per ubris. e sicchè non sembra umana, ma metallica, un cyborg. l'impressione è che noi quaggiù, quelli che viaggiano col freno a mano tirato, con la faccia di bronzo innestata a forza sui denti, ecco, l'impressione è che noi si soffra meno. che si abbiano problemi uguali ma proporzionalmente ridotti. ecco a me questa cosa mi sta di molto sul cazzo.
sempre mi trovo in difficoltà
a metterci la faccia. e mi dispiace ma è così, ecco per dire io adesso andrei volentieri in giro con una busta del pane in testa.
domenica 1 novembre 2009
sono un parlone anch'io
e invece è un momento che ho da farne mille e mi sfugge di buttare fuori e anche solo ammettermi le cose per me. e a scrivere, come si vede, mi viene facile, ma è troppo esplicito e allora mica si può. e con le mani non son brava, era più bravo fausto melotti. ma è morto. e allora servirebbe una soluzione alternativa. e l'ho trovata! eureka! te la consiglio!
facebook, il mondo parallelo
benvenuto alla nuova rubrica! il pazzo pazzo mondo di fb! siccome ha ben DUE pagine e un barbuto tossico di fb, sono assolutamente qualificata a parlarne. ma, selvaggia lucarelli mi ha preceduto su un punto fondamentale.
la potenza delle immagini
e inutile se non si coglie il fenomeno che si cela dietro. rimaniamo incollati allo schermo vedendo le famose foto del decesso dopo l'arresto, incollati ai b*** che le pubblicano. ma non si sa ancora nè chi nè perchè e soprattutto, cosa fondamentale, cosa succederà. (previsioni di oggi: niente).
siamo troppi
venerdì in stazione ho ragionato a lungo con un tipo che sosteneva che siamo troppi al mondo. sovrappopolazione (più persone che eurostar). giustamente mi diceva che in india per prendere un treno ci devi pensare tre giorni prima. ecco pare che il problema si stia risolvendo da solo: l'infertilità ci salverà. (e non la scarsa voglia di mettere al mondo i figli ma proprio l'incapacità di concepirli. come se il nostro corpo si fosse evoluto assecondando la nostra scarsa voglia di prendersi rsponsabilità).
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