prima di tutto il peccato originale - come quando alle parole non ti preoccupare, ci sto attento io la reazione è fiducia.
poi il panico da primo impatto - tipo, mia mamma ai suoi tempi svenne in bagno, la mia vicina di casa ascoltò gli oasis al massimo per una settimana, mia nonna non lo so (e lei ne avrebbe da raccontare). periodo che termina nell'accettazione, non sempre benevola, della frittata fatta - così va il mondo, maremma maiala. e qui comincia l'acclimatamento, cerchiamo di vedere i lati positivi della vicenda: comunque, in fondo, è una buona notizia, poteva andare peggio - poteva piovere. normalmente sui cinici pessimisti non sortisce grosso effetto, ma hanno ben altre armi nella loro incazzosa e buia faretra, e laggiù, accanto al sarcasmo, ci sta la paranoia costruttiva. che pone una fondamentae domanda: visto che ormai sono fottuta, cosa si potrà fare per non essere fottuta fottuta, proprio fottuta del tutto? e giù, si cerca di informarsi il più possibile, sapere, comprendere, pianificare - piovono libri sull'allattamento, abbonamenti a essere madre oggi, interviste multiple catalogate su excell a madri giovani, medie e decrepite, statistiche sul tasso di mortalità in sala parto in tutti i paesi europei (il più alto è in francia - ricordarsi di non partorire a grenoble), corsi preparto in acqua, all'asciuto e in modalità anfibia, indagini sui vestitini da prendere (il pagliaccetto col coniglietto segnerà il futuro della vicenda? starò mica allevando un piccolo vladimir luxuria? in tal caso, esisteranno zatteroni da neonato?). e sopraggiunge il dilemma etico, straziante, si accorgerà che non è stato voluto? che magari sì, ma perchè proprio ora? ma poi accade tutto, e in qualche modo bisogna pur cavarne le gambe. accettare consigli da chi ne sa di più, pazienza, umiltà, disponibilità ad imparare gradualmente, giorno per giorno - in uno stillicidio di pappine, cacchine, ruttini. ma si sa, è una benedizione del signore, altrochè. inizia a camminare, si sente sicuro, sbatte negli spigoli, piange. diventa ingegnoso, gioca, tira la coda al cane, lecca un muro. son cose che dan gioia, altrochè. progressi. poi diventa grandicello, vedi già che è un po' futile, un po' vile, chiacchiera di cose noiose, e tu l'ascolti, perchè è una benedizione del signoruzzo nostro, ecco cos'è. e quando al culmine dell'eroica sopportazione, che sopporti con eroica virtù ed invincibil coraggio, e ripensi ai giorni travagliati in cui non eri contenta per niente lo vedi per quello che è frutto del tuo sudore e patimento, è lì. ed è indubitabilmente un concorrente di satana, la merda. un temibile concorrente di satana. e ti chiedi, per la prima volta seriamente e consapevolente: perchè non ho tagliato subito la testa al toro, perchè non ho abortito.
ma rinunciare non si può, adesso in italia, qui. è peccato.
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