mercoledì 30 settembre 2015

familiarità

riconosco il tuo umore dalla voce, so quanti passi ti portano davanti alla mia porta - e sicchè prevedo quando è il momento di chiudere l'homepage del sito di Internazionale prima che tu me la veda sul desktop al posto della pratica sulle garanzie collaterali di rinforzo patrimoniale.
 

venerdì 4 settembre 2015

continuamente si fanno

chiacchiere da bar per sfangare la giornata noiosa, e intanto ci formiamo opinioni superficiali che si radicano il giusto ma che verranno ripetute al prossimo giro di chiacchiere da bar e via via in perpetuo. l'eterno ritorno della stupidezza. rivaluterei il parlare del calcio nazionale, se non fosse diventato un argomento impegnativo e serissimo. 

giovedì 3 settembre 2015

HIP - HOP

l'hai scritto su tutti i muri, hai pienato la città. adesso basta, su. abbiamo capito il tuo neutro grido di dolore, la tua noia del pomeriggio, fermati prima di diventare troppo coraggioso, fermati prima che ti sfarini dalle legnate. per adesso continui ad essere quasi simpatico, monotono coglione che scrivi hip pop in comic sans al giro, mi muovi empatia colla tua la noia, l'assenza di significato da reiterare affinchè ne trovi uno dalla propria moltitudine, l'infrazione un po' timida un po' guardinga alla regola, la mano tremante, il topexan nel mobiletto del bagno. però dai, adesso basta, rincomincia la scuola, rimettiti a istoriare banchi, diari e compiti scritti di biologia, disegna cazzetti al margine dei libri di matematica, manga sul diario della compagna di banco non figa ma plausibile. hai preferito quasi sempre posti in cui producevi poco danno, cassette della luce, muri di palazzi veramente veramente brutti,  solo vicino a porta pispini - o alle taverne, non mi ricordo - hai violato un muro di mattoni di un qualche pregio e l'hai fatto in piccolo, ben visibile ma in piccolo, facciamo che è l'unico danno che hai fatto. ti do l'amnistia plenaria, sarò il tuo papa indulgente dell'arredo urbano. però mo basta, HIP-HOP, basta, pentiti e falla finita che cadano le foglie dai platani e il tuo indice dalla boboletta spray. orsù.

mercoledì 2 settembre 2015

complicità

anzi mai perchè poi uno invecchia dà le cose per scontate, affoga nei rivoli, si perde a preoccuparsi della lunghezza del divano, del colore della macchina, dell'umore del capufficio, delle doppie punte di uozzap, delle ovaie delle amiche, delle ginocchia delle nonne, della cena del pranzo e del tè colla menta, insomma invecchiando la domanda che si fa strada, é