giovedì 25 luglio 2013
parliamo di damages
una serie bellissima, ma tutti quelli ai quali l'ho consigliata per un motivo o per l'altro non si sono appassionati. a prescindere dal fatto che sono evidentemente degli analfabeti dell'immagine e della parola, per giunta insensibili alla grandezza di glenn close (e piuttosto magari si sucano delle ore di quel damerino che fa lo strizzacervelli o peggio di dottor house e i suoi falsi sotterfugi per drogarsi), in questa notte di nuvole e jeff buckley, mi fa voglia di raccontarti perchè mi piace a me, damages. e la ragione è semplice, ora che ci penso, praticamente non posso non adorarlo: tirata su a ciaccino e legal thriller, faccio parte di quella generazione a cui la teoria del complotto è stata somministrata in tutte le forme eccetto l'endovena. i primi a leggere le spieghe di paolo attivissimo, quelli che sul divano sentivano lucarelli indagare le bugie su ustica (e poi, dopo, ci siamo visti anche l'imitazione, però intanto paura,eh c'era venunta davvero, senza ironie), rientro perfino tra quei disgraziati cui è stato spiegato l'anatocismo ai corsi di economia politica, chè su quattro corsi attivi ho pescato quello tenuto dall'ex sessantottino - un bellissimo corso per inciso. per non parlare della meravigliosa tendenza al rstroscena, ce l'ho nel sangue, fa parte di me: per dire, l'altro giorno mentre cercavo un maledetto quaderno di filosofia in un polveroso scatolone, ho ritrovato un ritaglio di giornale di prima del crollo delle torri gemelle a firma verderami. poi trovo fighissima la struttura a balzi nel tempo, finchè nelle puntata finale non si arriva a far coincidere i due filoni nell'evento clou, una roba che potrebbe essere il concetto di 24 al contrario: anzichè il pathos sulla fine del tempo il pathos è sul riempimento delle lacune temporali. e infine ma soprattutto: la storia è la versione grisham di giotto cimabue: nella prima serie glenn close è furba e stronzissima, nella seconda diventa stronza anche quell'altra - che impara - sicchè voglio proprio vedere se l'allievo supera il mestro. magari imparo qualcosa, tra l'altro.
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